Dazi doganali: Bernard Arnault ritiene "essenziale" un accordo amichevole tra UE e USA

"Non possiamo permetterci di litigare con gli Stati Uniti". Il tono è deciso. Bernard Arnault, CEO di LVMH, leader mondiale del lusso ( proprietario di Le Parisien-Aujourd'hui en France ), ritiene che sia "essenziale" per l'Unione Europea (UE) trovare "un accordo (commerciale) amichevole con gli Stati Uniti", altrimenti le aziende francesi ed europee sarebbero pesantemente penalizzate, in un'intervista rilasciata a Le Figaro giovedì.
"Non possiamo permetterci di scontrarci con gli Stati Uniti e di impegnarci in una guerra commerciale con il mercato principale delle nostre aziende", ha avvertito, avvertendo che ciò sarebbe "molto dannoso per i produttori europei, e in particolare per gli imprenditori francesi", secondo le dichiarazioni pubblicate.
"Anche se può sembrare palesemente sbilanciato, sarà preferibile a uno scontro diretto", insiste Bernard Arnault in questa intervista pubblicata dopo che un portavoce della Commissione europea ha assicurato giovedì che un accordo era "a portata di mano".
Bernard Arnault afferma di contare su un esito "pragmatico, efficace e amichevole" dei colloqui tra europei e americani. Emmanuel Macron e i leader tedeschi Friedrich Merz e Giorgia Meloni sembrano "molto consapevoli di questo", osserva il capo di LVMH.
Per quanto riguarda la Cina, altro mercato cruciale per LVMH, Bernard Arnault si è rallegrato del fatto che i principali esportatori di cognac siano finalmente riusciti a sfuggire all'aumento dei dazi doganali all'inizio del mese in cambio di un aumento dei prezzi di circa il 10%.
"Questo è molto importante perché gli Stati Uniti e la Cina rappresentano l'80% dei mercati del cognac", osserva, sottolineando che il presidente Emmanuel Macron ha "lavorato duramente" per realizzare questo accordo, "sostenuto dall'industria".
LVMH ha visto il suo utile netto scendere del 22% a 5,7 miliardi di euro nel primo semestre. "Stiamo affrontando venti contrari, con le difficoltà cicliche dell'economia globale", ha analizzato Bernard Arnault in questa intervista, citando "le difficoltà geopolitiche e il calo dei viaggi turistici in Europa e negli Stati Uniti", pur essendo "molto ottimista nel medio termine".
Le Parisien